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Rally settimanale dell’ oro

25 novembre 2012

Riportiamo un articolo di Alessandra Pilloni – BullionVault

che analizza in maniera chiara e lampante l’ ultima settimana di rally dell’ oro.

Fonte bullionvault.it

SETTIMANA VIVACE per i metalli preziosi, nonostante la parziale chiusura dei mercati americani di giovedì e venerdì.

Il gold fixing pomeridiano di venerdì è stato fissato a $1734,50 all’oncia, un incremento dell’1,21% rispetto allo stesso dato della scorsa settimana. Il prezzo dell’oro in euro dice tutto rispetto a quale sia l’evento più rilevante della settimana. Il fixing di venerdì pomeriggio in euro è stato infatti €1340,21, in calo dello 0,44% rispetto al dato analogo di venerdì scorso.

A parte i dati sul fixing, durante il pomeriggio di venerdì, mentre scriviamo, stiamo assistendo a un rally del metallo giallo che ha portato il prezzo in meno di un’ora dal valore di fixing ad oltre i $1749 e a €1348 all’oncia. Ricordiamo che in occasione del ringraziamento i volumi di scambio sono ridotti, e una ridotta liquidità può moltiplicare la volatilità dei prezzi.

La settimana si era aperta con una ripresa del metallo giallo durante la sessione asiatica di lunedì. Il prezzo era arrivato ai $1725, livello poi mantenuto dai mercati occidentali.

Un dato positivo per l’oro è stato quello relativo alla posizione net-long di future e opzioni sull’oro tradati al Comex (misurata come differenza tra contratti bullish e bearish) che dopo essere andata in perdita per 4 settimane consecutive, è salita invece durante la settimana dell’elezione di Obama (il dato viene sempre reso disponibile in differita).

Mentre negli Stati Uniti la discussione ha continuato ad incentrarsi sul Fiscal cliff, in Europa ad inizio settimana ci si teneva impegnati a commentare il downgrade della Francia da parte di Moody’s. Tra le motivazioni del declassamento, Moody’s annovera il fatto che un nuovo shock dei mercati potrebbe influenzare gli interessi sul prestito, e che in questa eventualità “l’innalzamento degli interessi sul prestito aumenterebbe ulteriormente la pressione sulle finanze del governo francese, che, diversamente da altre nazioni fuori dall’area Euro con un rating ugualmente alto, non ha accesso a una banca centrale nazionale che possa aiutare a finanziare il debito nel caso di una forte crisi dei mercati.”

La reazione dei mercati alla notizia è stata scarsa, se non nulla. Evidentemente il downgrade non ha sorpreso nessuno e i mercati avevano già digerito il rischio Francia.
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