Archivio per febbraio 2013

Record d’importazioni di oro fisico della Cina nel mese di dicembre 2012

12 febbraio 2013

La correzione del corso dell’oro in dicembre non sembra aver scoraggiato la Cina, il paese cha ha importato in quel periodo, un somma record d’oro fisico.

Come ogni anno, da tre anni, un aumento del margine necessario all’acquisizione e al mantenimento delle short position sull’oro, ha comportato una liquidazione delle position da parte degli investitori utilizzando un effetto di leva per speculare sull’oro, provocando così una correzione del corso.

Stessa tempistica da tre anni, stesso effetto sul corso, ma ciò non blocca il rialzo dell’oro da 12 anni.

La Cina ha approfittato di questa correzione per fare acquisti, comprando 114,4 tonnellate d’oro supplementari in Dicembre, un ammontare da record che rappresenta più della totalità dell’oro posseduto dalla Banca Centrale della Grecia.

La Cina ha dunque importato l’ammontare colossale di 834,5 tonnellate d’oro nel 2012, il doppio di quello che aveva importato nel 2011 con 431 tonnellate d’oro.

Queste cifre provengono dalla Banca Centrale della Cina, ma numerosi osservatori del mercato sospettano che la cifra reale non sia stata comunicata.

La Cina possiede ufficialmente 1054 tonnellate d’oro ma dal 2009 un consigliere di stato cinese rivelò al China Youth Daily che l’obiettivo del paese era acquistare 6000 tonnellate nei prossimi 3-5 anni, 10000 tonnellate nei prossimi 8-10 anni.

Quest’accumulo d’oro fisico permetterebbe di rendere lo Yuan convertibile in oro il giorno in cui la Cina deciderà d’imporre la sua moneta come quella di riserva internazionale.

Il comportamento della Cina è da seguire molto attentamente per comprendere il mercato dell’oro.

La Cina è il primo produttore d’oro al mondo ma continua ad accumularne massicciamente prosciugando tutta le domanda interna ed intervenendo direttamente sul mercato internazionale per acquistarne dell’altro.

La Cina sembra prepararsi o adattarsi all’evoluzione del sistema monetario internazionale.

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La finanza a Paperopoli

6 febbraio 2013

Monte dei Paschi di qua, Monte dei Paschi di la… MPS, una banca alla deriva affondata dai derivati! Mi perdonerete il gioco di parole, ma la cosa è un po’ divertente, i giornali raccontano di derivati nascosti che avrebbero provocato perdite per 2-300 milioni di Euro, drammaticamente divertente per chi sa cosa sono i derivati. In realtà forse al Monte hanno cercato di nascondere le perdite provocate dalla folle acquisizione dell’Antonveneta (almeno 3 miliardi di Euro buttati al vento), opera di Mussari con supervisione (a debita distanza) di Super Mario Draghi. A crisi finanziaria mondiale già iniziata!!! Lo ripeto perchè i giornalisti su questo continuano a sorvolare. Insomma i derivati sono come una macchia di sugo sulla tuta di un meccanico di un officina a fine giornata… … drammaticamente divertente per chi sa cosa sono i derivati. Ma voi sapete cosa sono i derivati? A mia figlia a scuola gli hanno spiegato che i formaggi sono derivati del latte. Da qui i famosi Latte e i Suoi Derivati! Ma i derivati finanziari cosa sono? Ricordandomi di una vecchia escursione nel paese di Paperopoli (http://www.infouil.it/2011/11/09/unillusione-chiamata-riserva-frazionaria/), sono andato a chiedere aiuto al caro Zio Paperone, che di finanza se ne intende. Sentite cosa mi ha detto. “Caro Gianni devi sapere che un derivato è uno strumento finanziario il cui valore dipende da un altro strumento collegato. E’ come dire che un buono sconto del 10% ha un valore rapportato ai beni che devi comprare. Se devi comprare un vestito da 100 € il buono vale meno di uno che ti fa comprare un televisore da 2.000 €. Ci sono tanti tipi di derivati che hanno scopi diversi. Ci sono strumenti di copertura di un rischio, per esempio proteggere chi ha un mutuo dal rischio di aumento dei tassi di interesse; ci sono strumenti che ti consentono di fissare il prezzo di acquisto o di vendita di un bene ad una certa data futura. In pratica sono contratti tra due soggetti; quello che emette il derivato si impegna a garantire un qualcosa ad una data certa al soggetto che acquista il derivato.” A quel punto devo interrompere lo zione: “Fermati zio Paperone, raccontata così non mi sembra che ci sia niente di male, mi sembrano molto simili a dei contratti assicurativi.” “Esatto, all’inizio erano nati così, ma poi qualcuno ha cominciato a dire che i derivati per essere PIU’ EFFICIENTI, dovevano essere emessi in grande quantità (per diminuire il rischio di chi li emette) e scambiati in mercati liberi. Fu così che sono diventati strumenti per fare scommesse azzardate e allora sono arrivati i problemi.” “Fammi capire meglio” dissi io. “Facciamo un esempio: metti caso che io presti 100.000 € a zio Paperino (cosa che non accadrà mai, sia ben chiaro), il rischio per zio Paperino è che se salgono i tassi di interesse le sue rate aumentano, invece il mio rischio è che se zio Paperino fallisce io non recupero più i miei soldi. Allora andiamo tutti e due alla banca di Rockerduck (solo un bandito come lui farebbe certe cose), zio Paperino fa un derivato per proteggersi dal rischio di rialzo dei tassi, per cui l’eventuale aumento delle rate lo pagherebbe la banca, mentre io (zio Paperone) compro CDS su zio Paperino, in pratica pagando 500 € (il 5%) se zio Paperino dovesse fallire i 100.000 € me li darebbe la banca di Rockerduck. La banca però decide di vendere i derivati sui tassi e quelli sul fallimento di zio Paperino a tutti i componenti della Banda Bassotti, i quali non avendo debiti e non avendo prestato niente a zio Paperino in realtà hanno fatto una scommessa, ed hanno tutto l’interesse a far salire i tassi di interesse fino a far fallire zio Paperino, per intascare ciascuno i 100.000 €.” “Ma così non è un mercato, è una bisca!” “No caro Gianni, è il mercato, è la finanza” E se zio Paperino fallisce? Cosa succede?” Succede che la banca di Rockerduck deve pagare 100.000 € a me e a tutta la Banda Bassotti, e quindi probabilmente fallisce. Cosa che a me non dispiacerebbe, ma così perderebbero i loro soldi gli investitori e i depositanti della banca, che poi non avrebbero i soldi per comprare i prodotti delle mie aziende, che andrebbero in crisi, mi toccherebbe licenziare i miei dipendenti, e… insomma, alla fine il mio deposito comincerebbe a svuotarsi.” “Ma quanti derivati deve vendere la banca di Rockerduck per ripagarsi questi rischi?” “Tantissimi, ma poi la banca si protegge a sua volta comprando altri derivati da altre banche, che a loro volta si proteggono… insomma hai capito, no? E’ il mercato” “Per me siete tutti matti” “Infatti ai miei tempi, nel Klonkide…” Grazie zione Chiaro a tutti?, Nooo? Secondo me non è chiaro neanche ai signori banchieri. A presto Gianni PS: mentre in Italia, il caso MPS, fa uscire tanta melma che neanche un auto spurgo, in Olanda, con tutta calma, nel silenzio generale (dei media italiani), gli inflessibili governanti olandesi, quelli che schifano le banche e gli stati mediterranei, hanno nazionalizzato la SNS Reaal, quarto istituto bancario e assicurativo del paese, più o meno un buco come quello del Monte dei Paschi. Non solo, il governo olandese ha espropriato azioni e obbligazioni subordinate, con buona pace degli investitori che ci hanno rimesso i soldi. Una banca fallita rispettando tutte le regole del mercato (forse) e senza uso dei derivati (dubito)!!! Morale della storia? Puoi rispettare tutte le regole, ma se le regole sono sbagliate il sistema va in crisi lo stesso. Oggi c’è la crisi non perché ci sono i ladri, ma perché le regole del gioco sono folli e sballate. E i rischi di un gioco folle cadono tutti su di noi. Un solo dato per esempio: su 65.000 mld di dollari del Pil mondiale, la quantità di derivati scambiata su mercati non regolamentati è di 740.000 mld di dollari. E’ come dire che per ogni investitore che vuole proteggersi da un investimento ce ne sono 10 che fanno solo scommesse, azzardo. Dicesi BISCA LEGALIZZATA NON CLANDESTINA. E secondo voi giocando a poker in una bisca chi vince? Noi o i bari?

 

Fonte infouil.it

Inizio d’ anno difficile ma l’ oro sta riprendendo

4 febbraio 2013

Dopo un inizio 2013 molto duro per il giallo metallo, con con una discesa sino in area 1.625$ l’oncia, l’oro sembra poter rialza la testa e prova  a tornare in area 1.700$ l’oncia. Attualmente la quotazione è a 1.694$ l’oncia, con un trading range che dura ormai da alcuni giorni. In caso di superamento deciso della resistenza di 1.695$, i prezzi dovrebbero subito andare ad effettuare il test della soglia psicologica di 1.700$ l’oncia.Se i prezzi dovessero mettersi alle spalle anche i 1.700$ l’oncia, si aprirebbero nuovi scenari bullish per le quotazioni del prezioso metallo giallo che gli analisti finanziari ritengono ancora in grado di poter mettere a segno nuovi record storici già entro fine anno. Il superamento di 1.700$ spingerebbe i prezzi a 1.720$ prima e 1.750$ poi nel giro di un paio di settimane.