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Il rischio dell’investimento in Oro fisico, tramite gli ETF

20 marzo 2014

investire in oro fisico

I rischi di investire in oro fisico

L’oro fisico è un argomento complesso che da sempre interessa non solo gli investitori ed i risparmiatori, ma molti economisti del valore.

Associare del contenuto intrinseco e quindi valore all’Oro fisico perché dovrebbe rientrare in logiche di mercato, istituzionali e non?

L’Oro fisico è anche un bene di investimento, così come riserva di valore. E’, però, da dire che il trend dei prezzi si sviluppa su un sentiero di medio/lungo periodo (ridotta volatilità) e che quindi il picco dei prezzi si verifica lentamente dopo piccole variazioni sospette delle quotazioni. Ecco spiegato perché il 2013 è stato un anno di sorpresa per molti investitori, ma prevedibile, in base alle dinamiche strategiche degli investitori istituzionali.
Investire in oro fisico, con l’aspettativa del rendimento, implica essere informato sullo scenario internazionale (Oro fisico associato all’Oro cartaceo o finanziario). Il fatto è che l’emissione di Oro finanziario non è rapportato con certezza all’Oro fisico. In analogia al fenomeno della “corsa agli sportelli”, si potrebbe essere in possesso di titoli non scambiabili in oro, allorquando lo si richieda in massa.

 
Spieghiamoci meglio, illustrando la logica di funzionamento degli ETF (Exchange Traded Fund):

 

  • Si tratta di azioni o titoli che hanno un valore derivato, il cui benchmark (target di riferimento) è quotato nel mercato. Nel nostro caso, si tratta dell’Oro fisico. Può essere indicizzato a qualsiasi altro indice di borsa (ad es. Nasdaq). Quindi, il termine di riferimento non è l’oro, semmai un benchmark che è in funzione dell’oro, rispecchiando pesi e composizione dell’indice base.
  • La valuta di negoziazione degli ETF è l’euro e non il dollaro o lo yen. Quindi, entra in scena un doppio rischio: quello riconducibile al mercato e quello di natura valutaria
  • Il possessore degli ETF può chiedere la conversione nel titolo o nel valore quotato, a seconda dell’andamento del benchmark
  • L’unica spesa a carico dell’investitore è la commissione per la tenuta degli ETF. Non vi sono commissioni per l’ingresso, l’uscita dal mercato, o per performance da rendimento
  • Il rischio di default non sussiste per gli ETF. L’unico rischio è di non avere più qualcosa di spendibile ma ciò non è da riferirsi all’ente emittente, bensì, a quel punto, all’intero sistema (rischio di natura sistemica). Senza, poi, considerare il fisiologico rischio di mercato (andamento negativo del benchmark di riferimento).

Viene, così, da chiedersi:

Se proprio si vuole investire in oro fisico, prevedendo un margine di rendimento atteso, non è meglio adottare una logica intra-day?

Forse, potrebbe risultare poco redditizia. Ma non bisogna dimenticare che il mercato dei futures ha un comportamento molto diverso da quello del sottostante-oro fisico.

Per il resto, acquistare oro fisico, in termini di oro cartaceo, molte volte sembra essere l’unica alternativa utile per chi non è nelle possibilità di rivolgersi a chi detiene (banche ed istituti autorizzati) fisicamente l’oro (lingotti) e lo propone ai clienti. Ma in quest’ultimo caso l’obiettivo è il risparmio (custodia contro valuta) e non l’investimento.